Declinare i diritti nell’ottica della dignità
In questo momento di cambiamento per il nostro Partito, voglio condividere con voi il contributo che ho dato alla discussione congressuale sui temi e sugli indirizzi che, credo, un partito progressista, europeo, moderno e attento alle esigenze di tutti, deve fare propri.
Il mio ragionamento parte da due parole: lavoro e dignità.
Non vuole certo essere un documento esaustivo per una società complessa e articolata come quella che viviamo, ma è dedicato ai temi che ho trattato finché ho avuto responsabilità politiche e di partito : i diritti di tutte e tutti , i diritti dei più fragili.
Per questo, come leggerete, apro con una semplice affermazione:“nessuno deve essere penalizzato per il luogo e per la famiglia in cui nasce, ad ognuno vanno date le stesse opportunità”
Ovviamente ogni vostra riflessione sarà spunto per ampliare, completare, rivedere i temi trattati.
DECLINARE I DIRITTI NELL’OTTICA DELLA DIGNITÁ É L’UNICO VERO MODO PER TENERE INSIEME I DIRITTI CIVILI E QUELLI SOCIALI
La Carta costituzionale indica alla Repubblica la strada per dare dignità alla vita delle cittadine e dei cittadini in ogni suo momento ed aspetto: nessuno deve essere penalizzato per il luogo e per la famiglia in cui nasce, ad ognuno vanno date le stesse opportunità.
Primarie sono le tutele, l’istruzione e il sapere e ovviamente il lavoro fondamento dello Stato, della vita e del benessere delle persone: senza di esso non ci sono né dignità né diritti. Sarà questo il nostro primo tema di impegno politico: lavoro che dev’essere possibile e dignitoso per tutti i cittadini e, in particolare, per donne, giovani e persone diversamente abili.
La parità salariale tra uomini e donne è un diritto come lo è il salario minimo e l’equo compenso per i professionisti.
Possiamo distinguere solo due grandi categorie di diritti: i diritti umani e i diritti del pianeta.
Solo in quest’ottica potremo difendere entrambi costruendo quella giustizia sociale che è anche giustizia ambientale e climatica.
Tra i diritti umani fondamentali ci sono il diritto alla salute, attraverso la sanità pubblica e, all’istruzione ed al sapere, attraverso la scuola pubblica.
Sanità, scuola, e università devono essere il cuore dello Stato laico.
È tempo che l’Italia dia pari dignità e pari diritti a tutte le famiglie, con o senza figli, comunque composte e comunque create: eterosessuali sposati o conviventi, coppie gay o lesbiche unite civilmente o conviventi, famiglie monoparentali.
Queste famiglie oggi, per il nostro ordinamento, non sono uguali è ora che lo diventino, arrivando finalmente al matrimonio civile per tutte e tutti.
Questo importante atto di giustizia e civiltà dovrà portare con sé il riconoscimento della responsabilità genitoriale alla nascita, cancellando ogni discriminazione per i bambini delle famiglie arcobaleno che pagano per il modo e il luogo in cui sono nati e per i genitori che hanno.
Altri minori oggi in Italia subiscono discriminazioni: sono i figli degli stranieri nati in Italia cui non è riconosciuta la cittadinanza. Chi nasce in Italia è italiano solo così realizzeremo la piena integrazione dei giovani delle tante comunità che vivono nel nostro Paese.
Dobbiamo arrivare alla riscrittura completa delle vecchie leggi sull’adozione e sull’affido, consentendo a tutte le coppie e anche ai single di accogliere e sostenere minori in difficoltà.
In relazione ai diritti civili altro nostro impegno sarà il sostegno alle persone trans o in transizione a cui va riconosciuto rispetto per la loro identità di genere, rispetto che va reso concreto attraverso il superamento della legge 164/82 e l’abolizione delle terapie riparative.
È l’ora che anche l’Italia si metta al passo con gli altri Paesi europei e approvi quanto prima una legge contro i crimini d’odio dando piena protezione alle vittime.
Essere persona offesa dal reato o vittima costituita nel processo come parte civile deve essere un diritto accessibile a tutte e tutti perché senza legalità non c’è superamento dell’ingiustizia e del danno subito.
Il carcere deve cambiare, con coraggio dobbiamo sostenere un’azione umanitaria contro il sovraffollamento: si può pensare al potenziamento delle pene alternative alla detenzione che deve restare ultima opzione per i casi più gravi ma deve essere davvero rieducativa ed ottenere il reinserimento sociale della persona che ha sbagliato.
Sono tanti i temi relativi a diritti e dignità che la Corte Costituzionale ha posto al Parlamento, che purtroppo si mostra sempre più sordo e incapace di decidere.
Sono temi che hanno a che fare con la dignità della vita e perciò chiedono rispetto per la sua fase finale: dare dignità alla morte vuol dire riconoscere a chi è ancora capace di intendere e volere il diritto di scegliere il suo fine vita, quando sarà certificata la sua inguaribilità.
Altro tema su cui non si decide è il cognome della madre e quello sulle origini biologiche.
Sono certamente argomenti che dovranno avere una risposta.
L’Italia è davvero molto indietro rispetto all’Europa.
Ultima riflessione va fatta sulla complicata gestione dei temi dei diritti all’interno del PD.
Fermo restando che il pluralismo delle idee è una ricchezza e che ogni posizione politica merita rispetto, va trovato un modo, magari con il voto online degli iscritti, per sbloccare le tante situazioni che restano ferme per i tanti veti incrociati delle varie aree culturali e di pensiero.
Se i diritti e le dignità sono valori e ideali fondanti, non può il Partito Democratico muoversi ancora da “Gattopardo”: sulla vita e sulla dignità delle persone ci vuole più radicalità e più coraggio!